Arisa è diventata una donna forte. Non c’è più traccia, o comunque c’è soltanto una traccia minima di quella ragazza spaesata che nel 2009 si presentò sul palco del Festival di Sanremo con la canzone Sincerità e una ricca dose di timidezza e impaccio. Quell’anno trionfò nella categoria Nuove proposte, da allora non si è più fermata. Da un lato ha saputo alimentare e continuare a costruire la propria carriera, crescendo sia in termini artistici che per quanto riguarda ingaggi e/o consensi. Dall’altro ha acquistato sicurezza, Arisa. Una sicurezza che le ha permesso e le permette ancora di abitare senza troppe paturnie il mondo dello spettacolo, ormai fin troppo condizionato dall’importanza dell’immagine. Arisa deve piacere non per l’aspetto fisico ma per la sua musica, e a tal fine non smette mai di lottare e/o provocare. Qualche giorno fa ha tagliato i suoi capelli praticamente a zero. E migliaia di italiani “illuminati” l’hanno fatta a pezzi.
Una valanga di messaggi finalizzati ad esprimere giudizi negativi, a definirla brutta, persino a insultarla. Deriderla, prenderla in giro. Lei, lì per lì, non ha risposto. Ha lasciato che a farlo fossero i suoi sinceri estimatori: un esercito subito sceso in campo e “armato” fino ai denti, bisogna dirlo. Dopo di che si è limitata a scrivere un laconico ma efficace “Comunque, che si sappia: io mi trovo bellissima“. E basta. Perché certe meschinità devono cadere nel vuoto. Però, ecco, quanto accaduto fa riflettere. Possibile che siamo arrivati a questo? Ma da dove nasce questa ferocia contro chi non ha un volto “bello” o affascinante? E soprattutto: chi si nasconde dietro lo schermo del pc, quanta frustrazione serpeggia lungo le vie del web?
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