È rimasta sotto i riflettori per la maggior parte della sua vita, entrando nelle nostre case e soprattutto nei nostri cuori. Riuscendo a farsi amare da tutti. Ma alla fine, quando si è ritrovata fare i conti con una brutta malattia, Raffaella Carrà ha scelto invece di restare nell’ombra. Di nascondere ciò che le stava accadendo. Non voleva che sapessimo, non voleva che l’ultimo nostro ricordo fosse associato alla debilitazione, al dolore. Raffaella avrebbe potuto trarre forza e linfa dagli infiniti attestati di affetto che inevitabilmente avrebbe ricevuto, ma ha preferito farne a meno. Per noi.
Perché noi conservassimo intatta l’immagine di questa donna speciale, vulcanica, piena di talenti. Quanto lunga dovrebbe essere la lista di aggettivi per descrivere Raffaella? Se n’è andata, aveva 78 anni. Se n’è andata ma resterà per sempre.
Ed è difficile, molto, scriverne senza rischiare di sembrare banali. Forse è meglio lasciarsi guidare dalle emozioni, piuttosto che ricostruire il suo percorso, ricordare aneddoti, riportare informazioni biografiche. Chiudiamo gli occhi e sentiamo la sua risata inconfondibile, vediamo quel suo caschetto biondo e perfetto imitato da chissà quante donne. Il suo ventre scoperto, mostrato davanti alle telecamere quando nessuno osava farlo. Risentiamo le sue canzoni, botta di allegria, che conoscono (e ballano) anche i più giovani.
Raffaella Carrà era una star, una numero uno. Eppure non l’abbiamo mai percepita lontana, irraggiungibile. Raffaella era come noi, con noi. Ci mancherai, anche se abbiamo tante cose di te. Avremmo voluto più tempo. E ci piace immaginarti mentre balli il tuca tuca fra le nuvole, leggera e felice, per poi buttare la testa un po’ indietro e farti una bella risata.