Le melanzane sono un alimento controverso, in quanto spesso cucinate in maniera pesante, ma se preparate in maniera leggera diventano un potente strumento depurativo e disintossicante per l’organismo.
Grazie al loro alto contenuto di acqua e sostanze amare, stimolano i processi di eliminazione dell’acido urico, favorendo i naturali processi di disintossicazione. Sono proprio le sostanze amare in sinergia con una grande quantità di potassio a stimolare la bile, abbassando il tasso di colesterolo cattivo nel sangue.
Le melanzane contengono anche elevate quantità di magnesio e zinco, che favoriscono la salute dell’apparato digerente in toto contrastando le tossine accumulate con un alimentazione ricca di grassi e zuccheri.
L’azione disintossicante, inoltre, è potenziata anche dall’acido aspartico, che favorendo la diuresi, rende le melanzane una verdura particolarmente indicata quando sono presenti gonfiori, ritenzione idrica, ipertensione. L’azione diuretica è bilanciata da un ricco corredo di vitamine del gruppo B, che danno energia all’organismo provato dal caldo estivo.
Le melanzane contengono anche molte fibre, che vanno a contrastare l’assorbimento dei grassi introdotti con l’alimentazione. Un’azione dunque depurativa completa ed efficace, utile in particolare durante la bella stagione.
L’associazione tra melanzane e cereali integrali è considerata una delle più valide in assoluto per contrastare la stitichezza, in particolare se provocata o accentuata dalla dieta dimagrante. Il consumo di melanzane, cucinate in maniera leggera è particolarmente utile quando al sovrappeso è associata fame nervoso, in quanto il magnesio ha una specifica funzione di controllo degli eccessi di appetito.
Per ottenere il massimo dell’azione terapeutica delle melanzane, senza appesantire la linea, è consigliato consumarle alla griglia e condite con poco olio, limone e spezie, oppure in umido.
Le melanzane sono originarie dell’India ma già durante la preistoria erano coltivate in Cina e in altri paesi dell’Asia centrale. In Europa non erano conosciute fino al V secolo e la prima regione che le ha scoperte è stata l’Andalusia, nel sud della Spagna, portate dagli arabi. Il nome melanzana, veniva interpretato anche come “mela non sana” per ricordare che è necessaria la cottura per essere commestibile.
Nel 1550 fu citata come ortaggio “controverso” nel “Trattato della coltura degli orti e giardini” scritto dal naturalista italiano Sederini. Per molto tempo questa solanacea non riscosse alcun successo, perché circondata dalla sinistra fama di provocare la pazzia: diversi monaci Carmelitani, che la coltivavano intensamente nei loro orti e che ne diffusero le ricette in Europa, furono accusati di pratiche magiche durante il periodo dell’Inquisizione.