Ormai da un pezzo Rihanna è diventata una fiera esponente dell’universo curvy. Negli ultimi anni ha preso qualche chiletto, la sua figura si è ammorbidita, e lei non solo non se n’è fatta un cruccio per quanto ha deciso di restare così com’è. Altro che diete: Rihanna si piace e, di conseguenza, piace. A tutti o quasi tutti. Ma è anche una che ama stupire, si sa. Ed ecco che lo scorso 28 gennaio è salita sul palco della sessantesima edizione dei Grammy Awards portando con sé una provocazione davvero degna di nota. Una provocazione anti fat shaming.
Rihanna è apparsa cantando e twerkando sulle note di Wild Thoughts, il pezzo inciso in collaborazione col rapper Kendrick Lamar che le è valso un grammofono d’oro; per l’occasione ha indossato l’abito pretty pink di Adam Selman disegnato apposta per lei, abbinandolo a un paio di collant molto spessi, evidentemente contenitivi, glitterati e color mandarino. Coraggiosa? Beh, se ti chiama Rihanna puoi mettere questo e altro. Dunque la questione importante non è l’accostamento di colore, non è lo stile scelto. Contano il fatto che la Venere mulatta della musica internazionale abbia scelto uno spessore di calze ben noto a noi comuni mortali. Uno spessore “strategico”, che occulta i difettucci e snellisce.
E naturalmente se n’è infischiata, Rihanna, delle critiche che puntualmente sono arrivate. Anche perché la quantità di complimenti e apprezzamenti è stata di gran lunga superiore.