Perché conservare le cellule staminali del cordone ombelicale? E come avviene il processo di conservazione? Queste sono solo alcune delle domande che una coppia in attesa di un figlio può avere al momento dell’importante scelta se conservare o meno il cordone ombelicale del proprio figlio.
È importante sapere che ad oggi sono sempre di più le ricerche che valutano l’uso delle cellule staminali cordonali nello studio di nuove terapie per il trattamento patologie ancora incurabili. L’utilità terapeutica di queste cellule è stata riconosciuta dal Ministero della Salute italiano nel 2009, quando, tramite un decreto legislativo(1) ha elencato oltre ottanta patologie trattabili con le staminali contenute nel cordone ombelicale.
Vediamo insieme dove e come avviene la conservazione di queste preziosissime cellule.
La conservazione del sangue cordonale avviene in apposite strutture, le biobanche. Qui, questi campioni sono analizzati, processati e grazie a questi passaggi possono essere crioconservati per anni e utilizzati in qualunque momento nel caso si presenti una necessità.
Una biobanca è una struttura dedicata alla conservazione di campioni biologici umani, tra cui quindi il sangue cordonale che contiene cellule staminali. Per consentire il giusto processo di conservazione delle staminali a scopo di trapianto, le biobanche devono rispettare rigorosi standard di qualità e seguire scrupolosamente numerose procedure.
Al suo arrivo presso la biobanca, il campione di sangue del cordone ombelicale viene portato presso il laboratorio di ricezione. Qui la sacca ematica viene registrata, tramite l’utilizzo di un codice a barre, sul database della struttura. Inoltre, nel database verranno riportati anche altre informazioni necessarie come il nome del donatore, la data di arrivo e il volume del campione di sangue.
Successivamente il sangue cordonale passa nelle mani di un team di biologi presso il laboratorio di ematologia, i quali eseguiranno dei test su un piccolo volume di campione prelevato dalla sacca. Questi test servono per verificare la qualità del sangue, rilevare la presenza di malattie infettive (come epatite B o C), constatare gruppo sanguigno del bambino e contare il numero delle cellule nucleate, tra cui le staminali.
Il sangue del cordone ombelicale viene successivamente processato in una stanza sterile dove viene sottoposto a ulteriori analisi di qualità. Una volta terminati tutti i test, il sangue viene inserito in un’apposita sacca che contiene un agente crioprotettivo, e dunque adatta alla crioconservazione.
La crioconservazione del campione avviene all’interno di appositi biocontainers contenenti azoto liquido. La temperatura interna ai biocontaners è estremamente bassa: -196° C. Evidenze scientifiche hanno dimostrato che un campione di sangue cordonale può crioconservato per oltre 24 anni e, a seguito dello scongelamento, le cellule staminali in esso contenute manterranno le stesse capacità proliferative e differenziative di partenza (2).
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A cura di: Ufficio stampa Sorgente
Per maggiori informazioni sulla conservazione delle staminali del cordone ombelicale visita www.sorgente.com e contatta un membro del nostro team.
Fonti:
1. Decreto ministeriale 18 novembre 2009
2. Broxmeyer, H.E. et al. Hematopoietic stem/progenitor cells, generation of induced pluripotent stem cells, and isolation of endothelial progenitors from 21- to 23.5-year cryopreserved cord blood. Blood. 117:47734777.