Si chiama ‘Pull a pig’ (“inganna un maiale”) ed è un crudele gioco che si sta diffondendo anche in Italia. Un’altra forma di bullismo che ha come vittime le adolescenti poco carine e soprattutto sovrappeso. In cosa consiste? Si fa una scommessa fra amici e uno di loro cerca di avvicinare una ragazza considerata brutta “con lo scopo – ha spiegato all’Adnkronos Maura Manca, presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza – di farle credere di essere interessato a lei, conquistarla e magari portarla a letto per poi umiliarla dicendole che si trattava tutto di uno scherzo“. Immaginate la poverina come si sente. Anche perché spesso si tratta di fanciulle che hanno un cattivo rapporto con il loro corpo, che non si sentono accettate, che provano un’immensa solitudine.
Il bullo di turno le illude, fa vivere loro momenti di grande felicità; diventa oggetto d’amore, simbolo di una rinascita e poi… Poi fa male da morire. Invece l’artefice dell’inganno, raggiunto lo scopo, si sente ancora più forte davanti al proprio gruppo di compagni complici. E’ un modo per acquistare importanza e in più si accoglie come estremamente positiva la sensazione di aver dominato un’altra persona, di averla ridotta a uno stato di obbedienza, considerandola un divertimento allo stato puro.
“È indubbio – ha aggiunto la Manca – che chi ha bisogno di sentirsi forte dietro uno schermo, davanti ad un gruppo, con una persona psicologicamente più fragile e con meno strumenti per difendersi, sta mostrando le proprie fragilità, l’assenza di senso morale“. Sono vittime anche loro, “ma di un fallimento educativo: non ragionano sulle conseguenze delle proprie azioni“. E naturalmente documentano “l’impresa” diffondendo chat e foto tramite i social media.
Da un punto di vista psicologico, ha spiegato Manca, “c’è una sopraffazione intenzionale, c’è una vittima, ci sono i social e le chat e c’è un meccanismo che distrugge una persona, che intacca profondamente la sua autostima e la sicurezza in sé. Il riconoscimento degli altri, l’approvazione dei coetanei è fondamentale soprattutto in adolescenza e nella giovinezza. Venire umiliati in quel modo, sia da un punto di vista psicologico che fisico, significa essere distrutti moralmente“. Parlare, denunciare e confidarsi resta l’unica strada da percorrere.