Si chiama Jelena Noura “Gigi” Hadid, è nata a Los Angeles nel 1995 ed è una delle modelle del momento. Nonostante tutto. Nonostante, cioè, le accuse che le muovono alcuni esponenti del fashion system. Già, perché Gigi porta una taglia 40 ma ha un fisico che sembra più “in carne” rispetto a tante altre colleghe. In altre parole, ha l’aspetto di una ragazza in buona salute. E questo, evidentemente, per certi stilisti e certe aziende non va bene. E nemmeno per certi fanatici che commentano le sue foto. Dunque definiscono la Hadid “grassa”. Sì, avete capito bene. Grassa. Ora. Molte fanciulle, al suo posto, magari spinte dall’ambizione avrebbero cominciato a fare la fame per eliminare i presunti (inesistenti) chili di troppo. Lei no. Lei ha acceso il pc e ha scritto un lungo messaggio tramite il suo profilo Instagram.
“Sì – conferma Gigi – ho il seno, ho gli addominali e il sedere e non sto chiedendo un trattamento speciale. Io entro in una taglia normale. I vostri commenti cattivi non mi fanno venire voglia di cambiare il mio corpo né di rifiutare di sfilare e di sicuro non faranno cambiare opinione agli stilisti che mi scelgono“. Poi continua, rivolgendosi a tutti i detrattori: “Voi potete fare tutte le supposizioni che volete, ma io sono solo una persona che ha lavorato duramente, ha avuto fiducia in se stessa ed è arrivata in un momento in cui il mondo della moda era pronto a cambiare“. Che dire? Verrebbe da abbracciarla, da stringerle la mano e da fare pure una bella ola in suo onore.
Siamo nel 2015, sottolinea Gigi, ed è giunto il momento di cambiare. Modificare prospettiva. La moda deve smetterla di proporre modelli assurdi e malati. E lei ha tutte le intenzioni di partecipare alla battaglia – che per fortuna è cominciata da un po’ – verso tale cambiamento. I suoi genitori, Mohamed Hadid e Yolanda Foster, sono assai noti negli Stati Uniti (oltre che parecchio ricchi). Ed è inoltre amica delle sorelle minori di Kim Kardashian, una donna che ha fatto delle curve il suo punto di forza. Certe frequentazioni giovano all’intelletto, evidentemente!
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