Intolleranze alimentari: una questione di testa?

by Nadine Solano
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Brutta cosa, le intolleranze alimentari. Gonfiano, mettono a disagio, condizionano anche i rapporti sociali. Si manifestano anche con si manifestano con dolori addominali, crampi, diarrea o vomito. Interessano ormai un adulto su cinque e adesso vien fuori una notizia che da una parte sorprende e dall’altra rende la questione ancora più spinosa: in molti casi sarebbero causate da questioni psicologiche. E’ questa la tesi sostenuta dalla psicopedagogista Edi Salvadori, secondo cui il rifiuto di un cibo da parte dell’organismo può essere legato a un’emozione non riconosciuta e riconducibile all’alimento stesso; rimosso il blocco emotivo, scomparirebbe anche il sintomo.

Nella mia esperienza professionale – sostiene ha dichiarato la Salvadori – mi sono accorta che le intolleranze alimentari nascono, essenzialmente, dalla nostra incapacità di ascoltarci, di ascoltare i nostri desideri più profondi, di dare fiducia alla saggezza antica del nostro corpo”. Qualche esempio? L’intolleranza alla mela deriverebbe, secondo l’esperta, dal senso di colpa; quella al latte da una figura materna ansiosa o assente. L’intolleranza al glutine sarebbe invece correlata con la difficoltà di instaurare relazioni stabili e con la paura di rimanere “invischiati”, soprattutto nel contesto familiare, mentre quella al prezzemolo con la difficoltà di porre dei confini tra i propri bisogni e quelli degli altri e quella alla carne con uno stile di vita frenetico e caotico. Ancora, l’intolleranza al cioccolato amaro si spiegherebbe con una vita sessuale vissuta come senso del dovere e non del piacere, quella al cioccolato al latte sarebbe la manifestazione di un bisogno di coccole e di dolcezza.

L’intolleranza alimentare si distingue dall’allergia perché non è provocata dal sistema immunitario; c’è ancora molta incertezza, dunque, sulle sua cause. Ed ecco perché la teoria della dottoressa Salvadori potrebbe essere molto valida. Non resta che fare un’autoanalisi, dunque, e provare a scavare nel proprio inconscio per verificare eventuali corrispondenze con gli esempi sopra elencati…

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