Tutto sulla stevia, l’erba che sa di zucchero

by Saverio Pepe

 

 

Pieno di vita e energia per qualcuno, l’origine di tutti i mali per altri. Lo zucchero bianco è davvero fonte di diatribe che, soprattutto in quest’ultimo periodo, sembrano non aver fine.

L’insidia di questo alimento è la quantità che consapevolmente o meno introduciamo nel nostro organismo tutti i giorni: non solo nel caffè al bar ma anche in cucina come ingrediente, conservante, con funzioni di coprente dei sapori e dei profumi, in salumi, formaggi, salse, sughi, composte, legumi in scatola e ovviamente dolci, pane e altri prodotti da forno. Un alimento che comunque va ad impattare in maniera potente sul livello glicemico:  in piccole dosi favorisce la vitalità ma  nell’uso “cronico” che ne viene fatto provoca una sindrome da accumulo che manda in tilt l’organismo.

Abbassamento del metabolismo e dunque facilità ad ingrassare al di là delle calorie ingerite, impoverimento dei sali minerali presenti nel corpo, instabilità dell’umore:  queste le principali accuse che vengono accostate ad un consumo eccessivo di zucchero bianco. Di sicuro ne consumiamo, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, almeno 20 volte il nostro reale fabbisogno. Il bisogno di cibi dolci è però il più primordiale degli istinti tanto che persino i neonati lo apprezzano.

 

Stevia l'erba che sa di zucchero

 

Una eccellente alternativa allo zucchero bianco è la Stevia che si è affacciata sul mercato occidentale da circa 30 anni ma era già conosciuta in Sud America da diversi millenni, sia per il potere dolcificante delle sue foglie, che per le proprietà medicinali. Secondo la tradizione erboristica in particolare della costa pacifica, viene utilizzata come pianta digestiva. A conferire dolcezza alle foglie della Stevia è una sostanza definita rebaudioside, particolarmente concentrata nelle foglie secche.

A quasi zero calorie,  la stevia dolcifica duecento volte più dello zucchero ma per anni è stata oggetto di controversie riguardanti la sua sicurezza. Dopo anni di studi scientifici e di ricerche sull’uso tradizionale in Sud America, ne è stato accettato l’utilizzo alimentare. Il suo potere dolcificante ha il vantaggio, rispetto ai dolcificanti simili, che oltre a derivare da fonte naturale è particolarmente stabile in cottura, per cui è l’ideale quando si intraprende una dieta ma non si vuole rinunciare a qualche dolce a colazione o merenda.

Il corpo umano non metabolizza i glucosidi presenti nella pianta, per cui il dolce rimane tutto sulla lingua e non va a interessare nessun organo. La Stevia è dunque utile come sostitutivo dello zucchero per chi soffre di colesterolo e trigliceridi alti, di acido urico e di tutte quelle patologie derivanti dall’eccessiva alimentazione.

Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che riducendo drasticamente gli zuccheri, l’organismo elimina con maggiore efficacia le tossine ed avvia un processo di autodepurazione. La Stevia può essere dunque un ottima soluzione quando si intraprende un cammino disintossicante, in quanto dolcifica  cibi e bevande senza effetti collaterali, favorendo l’espulsione delle sostanze dannose per l’organismo.

 

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