Il percorso per liberare dai pregiudizi le donne curvy si sta rivelando molto lungo e complesso; numerosi traguardi, per fortuna, sono stati raggiunti anche grazie a illuminate aziende operanti nel mondo del fashion e a modelle, come l’ormai celebre Ashley Graham, che hanno fatto delle proprie rotondità un’arma vincente e non cessano di mandare segnali di incoraggiamento alle donne “normali”, cercando di aiutarle a conquistare la giusta dose di fiducia e autostima. Se fino a qualche tempo fa essere sovrappeso significava essere condannati a una serie di complessi e a una vista sostanzialmente difficile, adesso le cose vanno molto meglio. E una parte del marito va pure a numerosi uomini che sempre di più mostrano di preferire le donne con curve morbide, accoglienti, generose. C’è, però, un fenomeno a cui non riusciamo a dare una spiegazione valida. E che riteniamo parecchio dannoso. Ci riferiamo alle tantissime, alle troppe donne che usano Instagram per mettere in mostro il loro corpo curvy. Cosa c’è di male? Il modo in cui lo fanno.
Provate anche a voi: fate una ricerca con gli hashtag #curvy, #curvywomen, #curvygirl e simili: insieme a scatti belli, normali, positivi, magari anche piacevolmente e/o simpaticamente maliziosi, ne vedrete proliferare altri che sono chiari inviti e messaggi sessuali. Donne nude o seminude, donne che aprono le gambe, che si mettono in pose assurde, che si toccano. Qua siamo molto oltre l’esser fieri della propria fisicità. Qua siamo anche molto oltre la semplice volgarità.
Perché queste donne, per molti versi, assimilano se stesse quasi a degli animali da macello. E non stiamo esagerando. Prendono le loro carni, le strizzano, le manipolano, con il chiaro scopo di essere “comprate”. Credono di essere “avanti”, super sexy, e non si rendo conto di risultare (al di là dei numerosi like che inevitabilmente totalizzano) patetiche. Sono passi indietro. Sono strade che mirano a stimolare il maschilismo più grottesco e banale. E’ un’autosvalutazione di sé. A cosa serve tutto questo?
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