Lui è un 35enne di origine tunisine, lei di anni ne ha invece 45 ed è di Trieste, città nella quale vivono insieme. Hanno due figli di 6 e di 7 anni. Lei, assistita dall’avvocato Antonio Santoro, dopo una lunga serie di aggressioni e umiliazioni ha deciso di denunciare il compagno. Compagno che non soltanto le infliggeva violenze verbali e fisiche, ma la umiliava in ogni modo possibile. E l’ha costretta a ingrassare, ingrassare tanto, probabilmente per una patologica forma di gelosia: forse credeva che così gli altri uomini non l’avrebbero più guardata. In preda alla totale disperazione, la donna ha cominciato a mangiare in modo eccessivo. Paradossalmente, l’ha accontentato.
Lui l’ha anche picchiata più volte, arrivando a ferirla gravemente sopra l’occhio (un pugno in faccia?). Adesso tutto ciò che è accaduto risulta negli atti processuali. I fatti si riferiscono a un periodo compreso fra il marzo 2012 e il settembre 2016. La signora ha trovato il coraggio di ribellarsi anche per tutelare i figli. Durante le udienze in tribunale è emerso fra l’altro che il padre, musulmano praticante, avrebbe portato in casa un agnello sgozzato e scuoiato e l’avrebbe adagiato nel soggiorno, davanti ai piccoli. La mamma ha avuto la lucidità di fotografare tutto.
La prossima udienza, forse decisiva, si terrà il 2 luglio davanti al giudice Marco Casavecchia. L’uomo, però, deve essere ancora sentito in tribunale: finora sono stati auditi i testi del pm, quelli della persona offesa, i genitori della vittima e alcuni assistenti sociali. La circostanza secondo cui la donna sarebbe stata indotta a mangiare assai più del necessario, per ingrassare e rendersi meno attraente agli occhi altrui, è spuntata durante una fase processuale.