Questa storia è stata diffusa tramite i social network e poi ricostruita con puntualità da La Nazione. La protagonista è una ragazzina di 13 anni che vive a Prato. E che ama la danza classica. Era anche iscritta a una scuola, ma adesso non è più fra le allieve. Un giorno l’insegnante le ha detto: “Hai preso troppo peso negli ultimi tempi, non puoi continuare a fare danza classica e a salire sulle punte“. Lei c’è rimasta malissimo, ovviamente. Si è sentita ferita, offesa, umiliata. E non è più tornata in quel posto. Il padre 45enne, però, non è mica stato a guardare. E’ stato proprio lui a decidere di sfruttare la viralità di Facebook per rendere pubblica la vicenda. Ha pubblicato un lungo sfogo sia sulla sua bacheca che su quella della scuola in questione. Ha difeso sua figlia. Ha difeso il sogno di sua figlia.
“Non credevo – scrive l’uomo – che si potesse arrivare a tanto. La discriminazione è la cosa più abietta e disumana che esista al mondo“. E poi: “Mia figlia da ben 10 anni è iscritta alla scuola ‘Scarpette Rosa’ diretta dall’insegnante Priscilla Preto che si è permessa più volte di umiliarla davanti alle compagne e allieve schernendola per via del suo peso. Troppo per una ragazzina serena e gioviale che aveva intrapreso questa disciplina con dedizione, volontà e spensieratezza cercando di applicarsi. Ma mia figlia non si divertiva più a danza, pochi giorni fa è tornata a casa piangendo sentendosi offesa e umiliata dalla sua insegnante, mostrando così le sue fragilità comprensibili di adolescente. E ha scelto da sola di interrompere il percorso che le aveva fatto stringere nuove conoscenze e amicizie. Per quanto mi riguarda non so se la faccenda sarà conclusa qui o potrà avere un seguito in altre sedi“.
E’ agguerrito, il papà. Ed è pronto anche a mostrare prove relative al comportamento della Preto, ovvero messaggini scambiati tramite Whatsapp scambiati con le compagne di corso della tredicenne; in uno la maestra chiede a un’altra allieva che gestisce la chat di cancellare il numero di Margherita “che per via del peso raggiunto non potrà più continuare danza“. “Perché l’hai rimossa?”, domanda un’altra ragazzina. “Per via del suo peso“, risponde di nuovo la “grande” professionista.
Quest’ultima, contattata telefonicamente, ha provato a difendersi: “Non mi sarei mai permessa di discriminare nessuno e neanche di allontanare una mia allieva. Lei è andata via per sua scelta, io le avevo dato soltanto un consiglio per il suo bene. Le ho detto che l’aumento di peso la metteva a rischio nei balletti sulle punte, sia per i legamenti che per le caviglie e che avrebbe potuto scegliere un pezzo di danza contemporanea, ma lei si è impermalita“. Dice che la stanno attaccando ingiustamente. Vabbè.