“Confermo che abbiamo bloccato l’hashtag #curvy. Era usato per condividere contenuti che violano le nostri linee guida sulla nudità. Va sottolineato che il blocco non ha niente a che vedere con il termine ‘curvy’ in se stesso“: è con queste parole che un portavoce di Instagram ha spiegato a Mashable la recente decisione presa dal noto social network basato sulla divisione di fotografie. Una decisione che lascia di stucco parecchi utenti e un grosso punto interrogativo nell’aria.
Le nuove regole sono certamente più severe rispetto al passato ed è anche giusto che si cerchino modi per arginare la diffusione di scatti troppo espliciti. C’è, però, una serie di contraddizioni che risultano parecchio difficili da spiegare. Nel caso degli hashtag, per esempio, come fa notare anche Wired vengono ancora accettati #vagina, #clitoride, #curvygirl, #curvywomen. I primi due non rischiano di essere accompagnati da immagini osè? E gli ultimi due, cosa hanno di tanto diverso rispetto a #curvy?
Insomma, possibile che #curvy sia così pericoloso per la diffusione del nudo in Rete e tante altre parole no? La sensazione, nonostante le frasi appena riportate, e che invece si faccia una sorta di discriminazione. Che si nutra un segreto fastidio, per esempio, anche per certe recenti immagini di donne oversize in bikini che proprio su Instagram hanno deciso di portare avanti una sorta di campagna per l’accettazione del proprio corpo. Qualunque forma esso abbia. Ecco. Vederne così tante, anche parecchio “grasse”, in costume è risultata una cosa “ingombrante”? Speriamo non sia questa la vera spiegazione…
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