Vi è capitato di sentirvi in colpa per una pausa caffè di troppo, magari trascorsa chiacchierando (o spettegolando…) con le colleghe? Ebbene, arriva l’assoluzione. Arrivano argomenti che possono mettere a tacere anche il capo più esigente. Secondo una recentissima ricerca dell’Università di Copenaghen, infatti, il coffee break aiuta il lavoratore a fronteggiare meglio gli impegni della giornata. Ergo: si rilassa, poi torna alla sua scrivania e fa meglio il suo dovere. Diventa più produttivo. Quando si dice unire l’utile e il dilettevole: in questo caso il connubio sfiora la perfezione.
Lo studio in questione è stato realizzato coinvolgendo i dipendenti del pubblico impiego ed è apparso su Symbolic Interaction: l’efficacia della pausa caffè è dunque ufficiale. Ma vediamo meglio in cosa consistono i benefici. Durante quel quarto d’ora, l’impiegato ha modo di socializzare con i colleghi, condividere informazioni professionali e dunque mettere in moto un meccanismo utile per l’intera attività aziendale, ma anche parlare di sé e – magari – sfogare malumori. Levarsi qualche peso di dosso, ricevere consigli, sciogliere le tensioni con una battuta o una risata. E’ come se si creassero dei mini-gruppi di sostegno, insomma. Del resto, non dimentichiamolo: l’uomo è un animale sociale.
E non finisce mica qua. Esistono ricerche precedenti alla danese che sono arrivate alla medesima conclusione: prima fra tutte quella del Dipartimento di psicologia della New York University, secondo cui le pausa caffè nell’arco della giornata aiutano anche a memorizzare con più facilità gli eventi appena accaduti; il break sarebbe al cervello la possibilità di far riposare i circuiti cerebrali, rendendo così più facile riordinare e conservare le informazioni ricevute da poco. Tutto bene, insomma. Ma ricordatevi che troppi caffè fanno male…
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