Perdere peso non è facile per nessuno, diciamolo chiaramente. La decisione di mettersi a dieta è ardua a qualsiasi età e in ogni periodo dell’anno, il pensiero di fare rinunce culinarie appare a dir poco – è il caso di dirlo – indigesto. Eppure c’è un “trucchetto” molto semplice per ottenere risultati migliori e fare meno fatica. E’ una dritta derivante dal recente studio effettuato da alcuni ricercatori dell’Università di Liverpool, basato sull’impatto che determinati processi cognitivi come la memoria o l’attenzione hanno sulla quantità di cibo ingerita durante i pasti.
Il team in questione ha passato in rassegna ben 24 articoli scientifici pubblicati negli ultimi anni e riguardanti tali nessi per giungere a conclusioni molto interessanti. Prima fra tutte: non si dovrebbe guardare la televisione mentre si mangia. Non si tratta soltanto una questione di buone maniere, come pensano in molti. Il fatto è che il piccolo schermo “distrae” dal cibo che si mette in bocca, facendo perdere il controllo sulle porzioni e quindi sulle calorie. Risultato? Si ingrassa. Lo stesso effetto negativo viene esercitato anche da smartphone e tablet, da libri e giornali, persino dalla musica; in tutti i casi diminuisce la consapevolezza di ciò che si mangia e aumenta il rischio di fare “abbuffate compulsive”. Concentrarsi sulla tavola, invece, aiuta a mantenere il controllo.
Anche la memoria può essere molto utile per dimagrire, per quanto possa sembrare strano: “Dallo studio – spiega Eric Robinson, l’esperto che ha coordinato la suddetta ricerca – è emerso che le persone che ricordano di essere stati sazi e soddisfatti quando hanno consumato il loro ultimo pasto mangiano di meno in quello seguente”. E allora un altro piccolo stratagemma consiste nell’annotare su un diario ciò che si mangia o, in alternativa (consiglio validi per i più “precisi”), conservare le etichette degli alimenti consumati.
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