E’ un’estate a dir poco insolita dal punto di vista climatico. I fulmini e le saette, però, sembrano (finalmente) essersi placati. Ergo: sia pur in notevole ritardo, è giunta l’ora della prova costume. E le code di paglia spuntano fuori come funghi. Anche ben oltre il necessario: secondo recentissimi dati dell’Osservatorio Sanità di Uni Salute, il 77 per centro degli italiani si vede in sovrappeso, il 32 per cento (praticamente uno su tre) si mette a seguire diete improvvisate e il 13 per cento le scova sui libri, su internet, sulle riviste.
Ad aggravare la situazione, la “nuova” e ormai diffusa abitudine di prenotare vacanze last minute, dunque ritrovarsi da un momento all’altro a fare la valigia. E sentirsi del tutto impreparati dal punto di vista… estetico. Sono soprattutto le donne ad avere questo cruccio, finendo per sottoporsi ad autentiche torture e a sacrifici immani che, tra l’altro, possono nuocere parecchio alla salute. Soltanto il 24 per cento esprime il proposito di fare maggiore attività fisica e soltanto il 31 per cento pensa di rivolgersi a un dietologo o un nutrizionista.
Fa riflettere anche l’idea che gli italiano hanno a proposito dell’obesità: il 17 per cento la considera conseguenza di un’alimentazione sbagliata, il 14 per cento di una pigrizia eccessiva, il 4 per cento ritiene che derivi da questioni psicologiche e il 23 per cento la identifica come il simbolo delle società più ricche. Da segnalare, inoltre, che il 35 per cento considera l’obesità la potenziale causa di ingenti spese da parte delle istituzioni e crede che quest’ultime dovrebbero impegnarsi di più nell’educazione alimentare delle persone.
Ora: è vero che il nostro Paese utilizza ogni anno oltre otto miliardi di euro (ovvero il 6,7 per cento della spesa sanitaria nazionale) per fronteggiare la diffusione dell’obesità, ma è anche vero che spesso tendiamo a predicare bene e razzolare male. Perché un primo passo nella prevenzione di tutti i problemi di salute legati al cibo consisterebbe proprio nell’evitare le diete fai da te. Dannose quanto utopiche.
