Dolcissime: quando il fisico non è un ostacolo alla realizzazione di sè

by Susanna Reschiggian
dolcissime

 

Balena, chiattona, cicciona. Vi dicono qualcosa questi epiteti, care amiche? “Normale” sentirsi apostrofare così, quando hai un fisico oversize, ma soprattutto è nell’ordine delle cose essere derise, escluse, bullizzate quando il corpo non corrisponde ai modelli imperanti. Niente di nuovo sotto il sole, dunque. Eppure da domani al cinema potremo vedere un film in cui una di queste solite vicende di quotidiana discriminazione viene vista con occhi diversi.

Dolcissime “, nelle sale dal 1° agosto, per la regia di Francesco Ghiaccio, racconta la storia di Mariagrazia, Letizia e Chiara, tre adolescenti legate tra loro da una profonda amicizia ma anche da un fisico oversize e quindi da numerose esperienze di discriminazione. Allegre, solari, scanzonate quanto basta per risultare simpaticissime, soffrono comunque per le loro insicurezze e le loro fragilità, alle quali si aggiungono la difficoltà dell’accettazione di sé e la ricerca della propria identità, al di là dei modelli fisici correnti. Quando Mariagrazia verrà iscritta (dalla propria madre, peraltro) ad un corso di acquagym, trascinerà nell’avventura anche le sue amiche. Ma nella stessa piscina che loro frequentano si allena anche una squadra di nuoto sincronizzato, capitanata da Alice, la ragazza che rappresenta il polo opposto rispetto alle tre protagoniste. Alice bullizza le ragazze filmandole e postando il video sui social, mettendole letteralmente alla gogna. Eppure sarà proprio questo episodio a provocare la voglia di riscatto di Mariagrazia, Letizia e Chiara, con risvolti sorprendenti e molto positivi.

 

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“Mi sono sempre interrogato sul dare voce alle minoranze, alle persone che vengono facilmente giudicate male”, racconta lo sceneggiatore Marco D’Amore, che con Ghiaccio collabora dal 2003 “Questo è il secondo film insieme dopo ‘Un posto sicuro’, ma in realtà era nato prima”.  E prosegue il regista, Francesco Ghiaccio: “Stavamo scrivendo dei radiogrammi sportivi. Ne avevamo da poco concluso uno sul ciclismo e pensammo di scrivere una storia completamente al femminile, qualcosa che avesse i toni della commedia, ma anche della favola. Così abbiamo pensato alla storia di queste ragazze che si cimentano con il nuoto sincronizzato. Poi a Monferrato, la terra dove abito, è scoppiato un grave incidente, e così abbiamo messo da parte il progetto e abbiamo realizzato ‘Un posto sicuro’. Finito il film siamo tornati a guardare questa storia con uno sguardo diverso. Non era più solo un esercizio di divertimento, ma siamo andati alla ricerca delle emozioni sotterranee, profonde, sotto la superficie”.  “Volevamo raccontare il femminile attraverso i toni della favola- prosegue D’Amore- Oggi sembra che tutti siamo liberi di parlare di tutto, ma non è così. Il film non vuole essere una pellicola sulla bulimia o l’anoressia, il bodyshaming, ma una storia che racconta una fase della vita. L’adolescenza è un’età delicata, spesso legata a modelli che richiedono la perfezione. Non ho mai preteso da un libro o da un film che mi suggerisse qualcosa – sottolinea – questo è un compito dello spettatore. Piuttosto spero di dare delle suggestioni, in un periodo un cui l’altro, il diverso, è visto sempre più come un pericolo e appare sempre più spaventoso. E questa è la deriva dell’umanità”.

 

Come dicevamo, Dolcissime sarà nelle sale da domani.  Aspettiamo i vostri commenti, fateci sapere che ne pensate!

 

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