La legge italiana sul cannabidiolo: concentrazione di THC e prodotti legali
Moltissime persone tendono ad associare sempre la canapa al THC e agli effetti psicotropi che questa sostanza contenuta nella marijuana può provocare.
Eppure, l’equivalenza cannabis = THC non è sempre esatta.
Esiste un’altra molecola contenuta nella pianta, priva di effetti psicoattivi, che merita una maggiore attenzione: il cannabidiolo.
Conosciuto anche come CBD, è una sostanza priva di effetti psicotropi e presente in una varietà di prodotti, come la cannabis legale online disponibile su uno dei maggiori eCommerce del settore. E le sue caratteristiche fanno sì che il suo commercio in Italia sia completamente lecito, ma solo per alcune destinazioni d’uso.
In questo articolo approfondiremo il tema “cannabidiolo”, rivelandone le caratteristiche principali e illustrando il suo status legale in base all’attuale normativa.
Una veloce panoramica sul CBD
Il cannabidiolo, noto come CBD, è uno dei composti naturali presenti nella pianta di cannabis. A differenza del THC, non ha effetti psicoattivi e non altera la percezione sensoriale del corpo, rendendolo un composto sicuro e non tossico per l’uso umano.
Viene studiato per la sua capacità di interagire con il sistema endocannabinoide del corpo umano, un sistema di regolazione che controlla molte funzioni del corpo, tra cui l’umore, l’appetito, il sonno e la risposta immunitaria. La capacità del CBD di interagire con questo sistema lo rende un potenziale candidato per trattamenti terapeutici ausiliari, naturalmente a patto che il diffuso proibizionismo ancora molto presente in Italia e in altri Paesi faccia strada a un’apertura nei confronti dell’utilizzo medico di questa sostanza.
La legge italiana sul CBD
In Italia la legge di riferimento in materia di CBD è la numero 242 del 2016, entrata in vigore nel 2017. Questa normativa regolamenta le fasi di coltivazione, lavorazione e vendita della canapa legale e stabilisce che la canapa legale deve avere una concentrazione di THC inferiore allo 0,2%, con un’oscillazione massima fino allo 0,6%.
Il motivo è semplice: il THC è una sostanza psicotropa vietata dalla Convenzione Unica sugli Stupefacenti del 1961 e, pertanto, la compravendita di prodotti contenenti questa molecola è vietata sempre, in qualunque caso. Fanno eccezione (ma solo nei Paesi dove è consentito) alcuni rari prodotti farmaceutici a base di tetraidrocannabinolo.
Per coltivare la canapa legale è necessario utilizzare sementi certificate nel rispetto delle norme dell’Unione Europea che rientrino nelle varietà indicate in un apposito catalogo compilato dalla stessa UE. Non è richiesta alcuna autorizzazione o comunicazione alle forze dell’ordine per la semina di queste varietà, ma è importante sottolineare che chi si cimenta in questa attività può essere sottoposto a controlli.
Qualora le piante coltivate abbiano una concentrazione di THC superiore al limite stabilito dalla legge, se l’agricoltore può dimostrare di aver utilizzato solo semi certificati la piantagione viene distrutta ma il “colpevole” non subisce alcuna conseguenza.
Al contrario, se emerge qualche illecito dal punto di vista dell’utilizzo di semenze non certificate, allora il discorso cambia e il coltivatore potrebbe essere perseguito penalmente.
Per quanto riguarda i prodotti a base di cannabidiolo destinati al consumo finale, la legge prevede un limite di THC dello 0,5%. Tutti i prodotti presenti sul mercato devono quindi essere conformi a questo limite e riportare in etichetta la percentuale di THC e CBD.
Infine, un’importante considerazione: nonostante la legge 242/2016 non specifichi nulla al riguardo, il consumo di prodotti a base di CBD non è consentito in nessun caso. Pertanto, tali prodotti possono essere acquistati solo per collezionismo o (per alcuni di loro come l’olio di CBD) come profumatori per ambienti.
I prodotti a base di CBD disponibili in Italia
In Italia si possono trovare diversi tipi di prodotti a base di CBD legali e sicuri. Tra questi ci sono:
- fiori di canapa. Sono le infiorescenze essiccate della pianta femmina. Hanno un aspetto simile alla marijuana, ma, come abbiamo spiegato in precedenza, non contengono THC. In Italia possono essere utilizzate solo per scopi collezionistici. In altri Paesi le normative possono anche consentirne l’utilizzo per la preparazione di tisane o di decotti;
- oli di CBD. Sono estratti dalla pianta di canapa mediante diversi processi tra i quali, quello più avanzato è più sicuro è l’estrazione con CO2 supercritica. Si distinguono in base alla composizione in oli di CBD isolato (contenenti solo cannabidiolo), oli broad spectrum (contenenti anche altri fitocannabinoidi a eccezione del THC) e full spectrum (contenenti anche il tetraidrocannabinolo). Nel nostro Paese l’olio di cannabidiolo non può essere consumato e non è considerato un integratore alimentare come avviene, invece, in altri Stati;
- i cristalli al CBD. Sono forme pure e isolate del cannabidiolo. Si presentano, per l’appunto, sotto forma di cristalli oppure di polvere e possono raggiungere una concentrazione di CBD prossima al 100%. Così come per tutti gli altri prodotti citati, anche questi non possono essere consumati in nessun caso.
In conclusione
In questo articolo abbiamo illustrato le caratteristiche principali del CBD, lo status legale di questa sostanza e i formati nei quali viene normalmente venduto nel nostro Paese.
Come abbiamo spiegato, tutti i prodotti a base di cannabidiolo che possono essere trovati presso i maggiori rivenditori del settore, come lo shop Justbob, di recente alla ribalta per la varietà delle sue proposte, possono essere acquistati esclusivamente a scopo collezionistico o, in alcuni casi, per la profumazione degli ambienti.
Tutti gli altri usi, compresi l’assunzione orale come integratore alimentare così popolare in altri Paesi che la consentono, in Italia sono sempre proibiti, per il momento.
È probabile, però, che in futuro tali norme vengano modificate per venire incontro a una tendenza di apertura che si sta facendo strada a livello internazionale ormai da diversi anni.