L’infanzia è l’età dell’innocenza, certo. Ma i bambini sanno essere anche piuttosto cattivelli fra loro, e anche questo si sa. Prese in giro, beffe, scherzi di ogni tipo, ripicche varie sono all’ordine del giorno. E le vittime, spesso, finiscono per essere tali a causa di un difetto fisico. Anche piccolo, anche risolvibile. Come il sovrappeso. Basta qualche chilo in più per finire nel mirino dei “leader” in erba e di tutti i loro “seguaci”. Ecco, quindi, volare frasi poco carine come “sei grassa!“, “vieni qua, cicciona!”, “panzuta!”. La cosa ancora peggiore è quando gli attacchi provengono dalla famiglia stessa, magari dal fratello o dalla sorella maggiore.
Ebbene, secondo una recente ricerca condotta dall’University of California, le bambine cui vengono rivolti simile parole rischiano, da grandi, di diventare addirittura obese. Lo studio in questione è stato condotto su un campione di oltre duemila ragazzine intorno ai dieci anni, che sono state seguite fino allo spegnimento della diciannovesima candelina. Gli esperti hanno tenuto sotto controllo il loro indice di massa corporea e le hanno sottoposte a una serie di questionari psicologici. Fra gli altri, è emerso un dato che ha dell’incredibile: la percentuale di bambine denigrate a causa del peso da amici, familiari e coetanei ha toccato il si aggira intorno al novanta per cento.
La fonte della critica può condizionare in modo decisivo i risultati legati al peso: nei casi in cui il giudizio negativo è giunto della famiglia, il rischio di diventare obese quando tocca il 60 per cento e scende invece al 40 se la condanna proviene dagli altri. Questa è la conferma, spiegano i ricercatori, che nei disturbi alimentari la componente psicologica è fondamentale. Anzi, diciamo pure che è la causa scatenante. E al contrario di quanto possano pensare in molti (anche in buona fede), far notare a qualcuno che è grasso non significa affatto spronarlo a dimagrire.
“Per aiutare i bambini – spiegano gli studiosi – è fondamentale evitare di giudicarli. Il giudizio pesa molto sui bambini perché lo interpretano non solo come una mancanza di stima nei loro confronti ma, in particolare se l’offesa parte dai genitori, anche come una mancanza di affetto. Questo accentua i disturbi alimentari. Meglio parlare con loro rassicurandoli e trovando insieme i modi migliori per mangiare in modo sano, muoversi e crescere in salute“.