Le app per dimagrire sono sempre più diffuse in tutto il mondo. Italia compresa. Si tratta di applicazioni (molte gratuite e compatibili sia con iPhone che con Android) studiate appositamente per aiutare a perdere peso; forniscono indicazioni sull’alimentazione, permettono di calcolare le calorie ingerite e praticare fitness nel modo più adatto alle proprie esigenze, ricordano i cibi da mangiare e gli orari giusti, mettono a punto diete personalizzate: ce n’è per tutti i gusti insomma. Ma se in un primo momento i dietisti sembravano guardare a questa novità senza troppa diffidenza, adesso lanciano un allarme. Perché si rischia di perdere il controllo di tale fenomeno: basti pensare che in Giappone hanno da poco rilasciato un’app che insulta per motivare e spingere a rendere la propria dieta sempre più rigida.
Ciò è pericoloso, soprattutto se si considera che le app sono il pane quotidiano soprattutto dei giovani: “Dietro tutto questo – spiega Giovanna Cecchetti, presidente Andid (Associazione nazionale dietisti italiani) – c’è la ricerca del tutto e subito: si vuole dimagrire brevemente e con poco sforzo. Tali metodi sono figli del nostro tempo: le app sono gestibili personalmente e permettono di evitare il confronto con altre persone, in particolare col medico o l’operatore sanitario”.
La Cecchetti fa inoltre presente che le “diete standardizzate non sono affatto adatte agli adolescenti, ai quali più che un un rigido regime alimentare serve un supporto educativo anche per capire qual è un peso di riferimento salutare”. Ai ragazzi, continua l’esperta, “bisogna togliere le paure e le cattive idee sul peso e sul cibo”; è molto importante che acquistino sicurezza e che non siano “dipendenti da grammi e calorie. Tutto questo per evitare quella forma di conflitto perenne tra l’essere a dieta e concedersi degli ‘strappi’ – spesso pericolosi perché si perde il controllo, si esagera nel mangiare tutte le cose proibite – che poi fanno sentire in colpa e riprendere da capo a stare a stecchetto”. L’autogestione della dieta è importante, certo, ma in un primo momento occorre affidarsi agli specialisti. E non a una semplice app.
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