C’era anche lei, Simona Izzo, al Curvy Pride di Bologna. Anzi, per l’occasione ha pure ideato lo slogan “Se vuoi far sbandare un uomo e non hai le curve tirerà dritto” (parole sante…). Attrice, doppiatrice, regista, scrittrice, la Izzo è ormai ufficialmente una portavoce delle donne dalle forme morbide ed è entrata a far parte di quest’universo in modo “molto divertente e naturale“, spiega in un’intervista al quotidiano Il Messaggero. “Sono curvy – racconta – da molto prima che il mondo si accorgesse di noi. Qualche mese fa sono stata contattata da Marianna Lo Preiato che avrebbe aperto il primo concept store per curvy a Bologna, e da lì ho scoperto un mondo di donne entusiaste, sensuali, gioiose e assolutamente immuni al fascino della taglia 42“.
Come definirebbe, lei, le curvy? Come “donne che hanno fatto pace con la propria fisicità, accettando di essere delle limousine e non delle citycar“. Attenzione, però. Ciò non vuol dire che non esistano limiti e non vuol dire “essere autorizzate a mangiare smodatamente o sconfinare nell’obesità“, controllare il proprio peso è comunque importante, soprattutto per una questione di salute. E a proposito di salute, la Izzo è convinto che “curvy” sia sinonimo non soltanto di “bello” ma anche di “sano”: “La curvy non è una donna che ha smesso di curarsi e volersi bene. Si è solo stancata di inseguire traguardi che, spesso, non ci fanno diventare neppure più affascinanti“.
E’ tempo, dunque, di cancellare quel falso luogo comune secondo cui la magrezza è “mezza bellezza”, e la Izzo invita a pensare a dive come Sophia Loren e la mitica Marylin Monroe: “Le donne spesso sono più belle con qualche kg in più – quando è ben distribuito – che con qualche kg in meno Il mito della magrezza da modella, quella che negli anni 70 era rappresentata da Twiggy, ha portato tante ragazze a sottoporsi a diete e magari sviluppare dei disordini alimentari per raggiungere il peso ideale. Ma raggiungere la magrezza non significa diventare più belle“.
La Izzo non è sempre stata così serena circa il suo aspetto esteriore. Anche lei ha vissuto un periodo in cui quelle forme le creavano complessi e disagi, in cui tentava di perdere chili e bussava alle porte dei dietologi. Poi è accaduto qualcosa. Ha realizzato che “le mie curve sono il risultato del mio amore per la convivialità con gli amici, con la famiglia, mentre la magrezza mi ricorda episodi tristi. Quando mio padre stette male persi 10 kg in tre mesi, ma non ero affatto felice. Inoltre, andando avanti con l’età, molto meglio essere in carne e rischiare l’effetto turgore che dimagrire rischiando l’effetto ‘infeltrimento’, come quei maglioncini di cattiva qualità. E poi ho letto che le donne formose sono più orgasmiche!“.
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