Se siete appassionate di intrecci mozzafiato, di storia delle civiltà antiche, e amate i libri che vi coinvolgono a suon di colpi di scena, K-Nel Mare del Tempo è il romanzo che fa per voi.
Ad un anno di distanza dal suo primo libro K- I guardiani della Storia, Elisabetta Cametti torna nelle librerie con il suo secondo thriller. L’autrice, donna manager dell’editoria, è da due anni a questa parte una scrittrice di successo consacrata già dalla sua prima pubblicazione come “la Signora del thriller italiano”.
Il secondo attesissimo episodio vive indipendentemente dal primo romanzo. Ancora una volta la protagonista è Katherine Sinclaire, un’affascinante donna manager combattiva e risoluta che coinvolgerà i lettori in un tumultuoso viaggio ricco di colpi di scena tra Bretagna, Piemonte e l’isola di Jersey nel Canale della Manica.
È passato un anno dalla tragica conclusione dell’intrigo archeologico in cui Katherine ha rischiato di perdere la vita. Tormentata da una catena di omicidi e da cinque libri enigmatici, Katherine sarà di nuovo risucchiata in una caccia al tesoro sanguinaria che la metterà sulle tracce di Angelica, una donna misteriosa vissuta nel Medioevo. Seguendo i dipinti che la ritraggono, Katherine finirà nei cunicoli sotterranei battuti dagli eretici in fuga, e creati da uno stratega per proteggere uno dei più straordinari segreti della storia.
Un libro che non annoia come di certo non si annoia Elisabetta Cametti, una donna dalle mille risorse. Lavora di giorno e scrive di notte, determinata ad affermarsi sia come donna che come manager e scrittrice di thriller in un mondo essenzialmente al maschile.
D:Sente maggiori responsabilità come donna in questi ruoli?
Tutto ciò che faccio è per passione. Cerco di non lasciarmi influenzare dai condizionamenti esterni e di non finire nella trappola delle “responsabilità”. Ho imparato che i risultati migliori si raggiungono quando si segue l’istinto e ci si fa consigliare dall’esperienza, guardando oltre i ruoli e i limiti che ne derivano. Se si vuole volare, bisogna liberarsi di tutte le zavorre.
D: E’ donna anche la protagonista dei suoi romanzi Katherine Sinclaire. Com’è nato questo personaggio? Secondo lei la donna è legata a degli stereotipi estetici e che tipo di immagine femminile trasferisce dalle righe del suo romanzo?
L’idea del romanzo è nata proprio dal desiderio di creare un personaggio femminile in grado di trasferire emozioni forti e di passare messaggi non convenzionali.
Katherine è una donna intensa, vera. Vive in una società corrotta e ha a che fare con tutto ciò di negativo che domina la nostra quotidianità: individui, ambienti, situazioni. Vorrei che non fosse un riferimento per i canoni estetici ma per i valori in cui crede: l’integrità, la fiducia in se stessi, la difesa di ogni forma di vita, il desiderio di contrastare pessimismo, invidia, falsità, egoismo.
Katherine ci insegna a vivere di momenti: non guarda mai al passato, non carica il futuro di troppe attese e cerca di dare un senso al presente. Qualsiasi cosa succeda, non smette mai di sognare… perché il tempo dedicato a costruire i sogni ha la forza di rendere possibile l’impossibile.
D: Come concilia il suo lavoro con la scrittura?
Amo il mio lavoro e non potrei fare a meno di scrivere. Cerco di dedicare a entrambe le cose tempo qualitativo e non lascio che una prevarichi sull’altra. Il lavoro mi impegna durante il giorno, ma è un forte stimolo alla creatività: mi porta a conoscere persone, visitare posti, vivere gli attimi e sperimentare nuove emozioni. La scrittura appartiene alla notte. Il silenzio della sera aiuta la concentrazione: il cellulare non squilla, le mail smettono di intasare la casella di posta… e l’idea di creare mentre il resto del mondo dorme mi dà grande energia.
D:Le donne hanno davvero la possibilità di stare al passo con gli uomini o ci sono ancora troppi preconcetti nella società?
Sono passati quasi due secoli da quando le sorelle Brontë hanno scelto pseudonimi maschili per pubblicare i loro libri. Tecnologia e telecomunicazione continuano a superare frontiere inimmaginabili ma non sono ancora riuscite ad abbattere i muri di preconcetti e stereotipi. E questo in quasi tutti i campi. È innegabile che per una donna sia più complicato essere apprezzata in ruoli che per troppi anni sono stati “occupati” dagli uomini. Tuttavia, tra le qualità che abbiamo c’è la determinazione… la strada continua in salita, ma la sfida è uno stimolo e il cambiamento si fa un passo alla volta.
D:Perché un appassionata di thriller dovrebbe leggere il suo romanzo?
Perché non è un semplice thriller. Mi piace pensare di aver creato un romanzo “vivo”, che brucia di emozioni.
Adoro scrivere trame complesse, (…)che mentre si dipanano conducono a nuovi enigmi, cambi di rotta capaci di sorprendere. E ho voluto che in questo romanzo emergesse una donna: Katherine. Una donna lontana dalla perfezione ma determinata a trasformare i propri difetti in qualità. Gli episodi che la vedono protagonista sono il punto a cui l’hanno condotta la strada che ha imboccato, le scelte fatte, il destino. E in quel punto Katherine incontra il lettore, comunica con lui, accende sensazioni e lo trascina dentro gli eventi, portandolo ad amare, soffrire e lottare insieme a lei.
A cura di R.M.
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