Scomparsa di scena Crystal Renn, che solo una manciata di anni fa era diventata il simbolo delle modelle oltre la taglia 38 (per poi fare a ritroso il percorso, tornando ad essere suppergiù una 40 ) , in questo momento è Robyn Lawley la top model curvy che maggiormente accentra su di sé l’attenzione dei media.
Robyn è sempre più spesso sotto i riflettori non solo per la sua carriera di modella ( collabora con fotografi di grande talento, sfila e partecipa a campagne pubblicitarie non solo di brand Plus Size ma anche di taglie regolari) ma anche per la sua poliedricità: è creatrice di una linea di costumi da bagno, veste i panni della food blogger, si occupa di fotografia di moda.
Web e riviste fanno a gara per accaparrarsi sue interviste e lei non si sottrae, rilasciando con una certa frequenza dichiarazioni di intenti sulle quali vale la pena di riflettere.
Da tempo Robyn si batte perché nel fashion system una volta per tutte vengano abbattute le discriminazioni riguardo il peso. Il tentativo di rompere gli schemi non è facile, soprattutto quando le voci che si levano sull’argomento sono rare: la moda, nonostante qualche recentissimo progresso, non riesce ancora ad accettare l’abbandono di schemi e preconcetti riguardanti le dimensioni fisiche della bellezza. Ma lei non si perde d’animo e si espone, esprime il suo parere, parla dell’argomento riferendosi prima di tutto a sé e alla sua esperienza, poi a tutte le donne che la vedono come un’icona da seguire e da imitare.
Vi riportiamo una serie di sue dichiarazioni assai significative:
Sulla necessità di mantenere la distinzione tra modelle regolari e modelle plus sizes:
“E’ l’industria della moda che crea questa distinzione. E’ così raro per una ragazza sopra la taglia 38 essere presente sui media. Vorrei essere conosciuta come una “modella”, non voglio che le ragazze che mi guardano mi attribuiscano la parola “plus” e quindi considerino la taglia normale dei loro fisici come “plus”
Sulla decisione di abbandonare la carriera di modella “regular”
“Avevo circa 19 anni, e sì, è stato un sollievo enorme per me. Ci sono voluti anni perché arrivassi alla piena accettazione del mio corpo. Una volta che mi sono resa conto che non sarei mai stata magra, ho fatto pace con me stessa”.
Sul danno che possono provocare le immagini di donne troppo magre
Penso che se una donna ha una costituzione sottile non può venire colpevolizzata per questo. Kate Moss è stata etichettata come anoressica anche se ha detto che non era, e che questo era proprio il suo tipo di fisico naturale. Tuttavia, il danno si verifica quando i media continuano utilizzare solo immagini di donne eccessivamente sottili e nessun altra variante di dimensione.
Ci troviamo molto d’accordo con questa filosofia di pensiero. L’accettazione del proprio corpo in tutti i suoi pregi e difetti non deve diventare la discriminazione nei confronti della diversità; purtroppo spesso si assiste ad atteggiamenti estremi in cui se sei curvy demonizzi le magre e viceversa. Qualsiasi donna, in qualsiasi taglia, dovrebbe potersi sentire a proprio agio nella propria pelle
Le immagini delle donne nella moda dovrebbero comprendere un ventaglio il più possibile variegato e diversificato di tipologie, perché una donna curvy ha bisogno di modelli cui fare riferimento esattamente così come una donna magra o molto magra.
Aspettiamo dunque di vedere sempre più servizi fotografici sui magazine patinati, così come sfilate di moda, in cui vengano rappresentate, democraticamente, tutte le tipologie di fisico.
Questo per noi è il futuro prossimo. Utopia? Fantascienza? Staremo a vedere.