H&M è un marchio molto amato dalle donne di tutto il mondo, soprattutto le under 30. Anche le italiane hanno un debole per i capi proposti da quest’azienda svedese, che sono alla portata di ogni tasca e vantano un buon rapporto qualità-prezzo. Nonostante i consensi generali, tuttavia, H&M è finito nell’occhio del ciclone. E s’è trovato contro un nutritissimo gruppo di rappresentanti dell’universo curvy. Ma non solo.
Cos’è successo? Presto detto: nei giorni scorsi è partita la spedizione del nuovo catalogo, che comprende anche una sezione dedicata alla taglie forti. Il fatto, però, è che le modelle scelte per illustrare e indossare gli abiti in questione sono tutt’altro che… Morbide. Sono una palese taglia media. La questione è stata notata e diffusa dall’Huffington Post, che ne ha subito scritto scatenando così un vero e proprio caos.
Una pioggia di critiche si è abbattuta su Twitter, molti i commenti invitavano l’azienda (i suoi vertici, chiaramente…) a vergognarsi e mettevano in evidenza la pericolosità di simili operazioni. Operazioni che portano a vedere una realtà alterata. Le curvy sono curvy, non sono ragazze esili. “H&M – ha tuonato in Svezia l’avvocato Emma Igelström – deve assumersi le proprie responsabilità. E’ lo sponsor per la squadra olimpica svedese e chiamando ‘taglie forti’ queste ragazze rafforza l’idea che le donne ideali sono super – magre“.
Come si sono difesi i dirigenti del brand? Sostenendo che le fanciulle ritratte nel catalogo portano come minimo una 44, ovvero la taglia standard per l’abbigliamento plus- size: altro concetto piuttosto discutibile, questo… H&M farebbe meglio a correre concretamente ai ripari, se non vuole vedere la propria clientela diminuire in modo drastico!
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